Consiglio regionale
del Piemonte




Relazione alla Proposta di legge regionale n. 555.

Istituzione del Museo Regionale dell'Agricoltura e della cultura contadina



Per la valorizzazione del patrimonio storico e scientifico dell'agricoltura e per il recupero degli elementi costitutivi della civilta' contadina in Piemonte, viene istituito il "Museo Regionale dell'Agricoltura e della cultura contadina" con sede operativa, espositiva e documentaristica nella tenuta de La Mandria di Chivasso. Tale museo e' strutturato con articolazione territoriale a rete, in modo tale da collegare i vari musei locali e specialistici sui temi dell'agricoltura presenti nella nostra regione o che si costituiranno in futuro.
Si tratta di esaltare e rendere fruibile un grande patrimonio di conoscenze, opere e memorie storiche (i processi culturali e le tecniche connesse all'agricoltura), di materiali (impianti, macchinari, attrezzature, utensili), di usi, costumi e tradizioni (anche alimentari) e di ecosistemi che rappresentano lo sviluppo, nel corso dei secoli, della nostra agricoltura e della cultura contadina. Non dunque un museo statico, solo di oggetti, ma un museo dinamico e policentrico che permetta di cogliere l'intero cammino della evoluzione dell'agricoltura e della vita contadina e, interpretandolo a partire dalla sede centrale de La Mandria di Chiasso, su tutto il territorio del Piemonte.
Nella nostra Regione esistono gia' musei locali che con grande spirito di sacrificio sono stati attivati da realta' pubbliche e private. Ora si puo' arrivare a realizzare un museo in cui tutte le diverse parti si raccordano in modo sistemico ad una sede centrale, che non assume un carattere gerarchico-funzionale, ma svolge un ruolo di coordinamento, oltre che di luogo di presentazione di molti aspetti culturali e materiali della nostra agricoltura.
Per questo obiettivo assume una valenza rilevante l'individuazione di una sede operativa ed espositiva nella tenuta de La Mandria di Chivasso nella quale si potranno anche rappresentare periodicamente scene della vita contadina, nel susseguirsi delle diverse epoche storiche, legate alla ai vari aspetti materiali (tecniche agricole) e culturali (usi, costumi, tradizioni). Dunque nella tenuta de La Mandria di Chivasso potranno trovare espressione le testimonianze della storia e dello sviluppo della cultura contadina, anche evidenziandone aspetti del patrimonio linguistico, enogastronomico, musicale, ludico e favolistica. Inoltre potranno trovare memoria e rappresentazione il rapporto dell'agricoltura con le festivita' e le ritualita' legate al ciclo dei raccolti e della vita rurale. In prospettiva, dopo il consolidamento dell'iniziativa, la realta' museale permetterebbe l'istituzione di laboratori per la conservazione e l'insegnamento delle arti e dei mestieri della tradizione contadina.
La Mandria e' una grande tenuta (una parte di proprieta' del comune di Chivasso e una piu' piccola della Regione Piemonte) che e' stata voluta da Carlo Emanuele III negli anni tra il 1760 e il 1770 con l'intento di realizzare una struttura analoga a quella della Venaria Reale (da cui dipendeva dal punto di vista gestionale), ma rivolta a incrementare e razionalizzare l'allevamento dei cavalli di razza. Questa nuova tenuta progredi' rapidamente dal punto di vista territoriale, economico, sociale e religioso. Presso la tenuta, che deteneva ben 767 ettari di terreno compresi tra Chivasso, Mazze', Rondissone Verolengo, Carlo Emanuele III si impegno' con il vescovo di Ivrea a realizzare una parrocchia dedicata Sant'Eligio, patrono dei maniscalchi e degli orafi. Con la Rivoluzione Francese la tenuta passo' ad un gruppo di ex-nobili e poi dopo la Restaurazione, nel 1834, alla Regia intendenza di Finanza. Comincio' cosi' il declino irreversibile dello storico complesso, che torno' agli onori della cronaca nella I guerra mondiale. Inizialmente la tenuta chivassese fu trasformata in un hangar, poi furono collocati i prigionieri dell'esercito austroungarico (nello specifico soldati polacchi). La Mandria di Chivasso, dopo gli accordi tra Governo Italiano e Comitato Nazionale Polacco, divenne il campo destinato ad accogliere i volontari dell'esercito polacco. Complessivamente vennero ospitati 20.000 militari, che poi raggiunsero la Francia e, successivamente, la Polonia, dove combatterono contro gli Imperi Centrali tedesco e austriaco. Numerose sono le testimonianze fotografiche di tale vicenda (raccolte e depositate al Museo Nazionale del Risorgimento, a Palazzo Carignano di Torino). Dopo la fine della prima guerra mondiale l'ex tenuta fu lottizzata e venduta. Gli acquirenti furono soprattutto agricoltori. Gli attuali proprietari (fatta eccezione per le parti di proprieta' pubblica, del comune di Chivasso e della Regione Piemonte) sono generalmente gli eredi di quegli agricoltori.
La proposta di legge che intende istituire il "Museo Regionale dell'Agricoltura e della cultura contadina" a La Mandria di Chivasso e' costituita da 6 articoli.
L'articolo 1 prevede l'istituzione dell'Associazione "Museo Regionale dell'Agricoltura e della cultura contadina".
L'articolo 2 prevede l'istituzione, ad opera dell'Associazione di cui all'art.1, del "Museo Regionale dell'Agricoltura e della cultura contadina" (avente sede operativa ed espositiva presso La Mandria di Chivasso e articolazione sul territorio piemontese) con la logica del funzionamento a rete.
L'articolo 3 specifica le finalita' del Museo.
L'articolo 4 individua i soggetti facenti parte dell'associazione ed in coloro che, tra questi, dimostrino la disponibilita', i soci fondatori.
L'articolo 5 definisce la procedura di approvazione dello Statuto dell'Associazione, predisposto dai soci fondatori ed ulteriori competenze dello stesso, oltre a prevedere l'istituzione degli organi direttivi e delle forme organizzative connesse e di un Comitato scientifico, la cui composizione e' fissata dall'articolo stesso.
L'articolo 6 contiene la norma finanziaria.

Relazione tecnica

- Generalita'

La proposta di legge in oggetto ha lo scopo di finanziare l'istituzione dell'Associazione "Museo regionale dell'Agricoltura e della cultura contadina".

- Riferimento alla legge regionale 4 marzo 2003, n. 2 (art. 30) e alla legge regionale 11 aprile 2001, n. 7 (art. 8)

La quantificazione della spesa prevista per l'anno 2004 ammonta complessivamente a euro 1.500.000,00. Trattasi di spesa corrente: in particolare, di spesa di istituzione e funzionamento dell'associazione "Museo regionale dell'Agricoltura e della cultura contadina". L'Unita' previsionale di base responsabile della spesa e' stata individuata nella n. 12991 (Sviluppo dell'Agricoltura Direzione Tit. I spese correnti). Alla copertura della spesa per l'anno 2004 si fa fronte con le risorse ai sensi del comma 1, articolo 30 della legge regionale 4 marzo 2003, n. 2 (Legge finanziaria per l'anno 2003).