Consiglio regionale
del Piemonte




Relazione al Disegno di legge regionale n. 496.

Modifiche alla legge regionale 14 novembre 2001, n. 29 (Istituzione della Zona di salvaguardia del Bosco di Cassine)



Con il presente d.d.l, si intende proporre all'esame del Consiglio Regionale l'ampliamento della Zona di salvaguardia del Bosco di Cassine, istituita con legge regionale 14 novembre 2001, n. 29, su una porzione di territorio interessante i Comuni di Mombaruzzo e di Bruno in Provincia di Asti.
I Comuni di Mombaruzzo e di Bruno hanno formalmente avanzato tale richiesta rispettivamente con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 2, del 2 febbraio 2002 e con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 20 del 18 dicembre 2001.
La Provincia di Asti nel documento di Piano Territoriale Provinciale, adottato con Deliberazione del Consiglio Provinciale n. 47517 dell'8 luglio 2002, ha individuato e classificato l'area oggetto di ampliamento quale zona di interesse naturalistico e paesistico (articolo 21). In tali aree sono previste misure di salvaguardia dalla data di approvazione del Piano ed i Comuni sono tenuti ad adeguare i propri Piani urbanistici prevedendo misure di tutela dei caratteri naturali e paesaggistici, l'incentivazione delle attivita' agrituristiche ed agricole ecocompatibili, la conservazione ed il recupero dei sentieri, lo sviluppo di attivita' di studio e di fruizione.
La Zona di salvaguardia attualmente interessa il territorio dei Comuni di Cassine (451,48 ha), Alice Bel Colle (102,65 ha) e Ricaldone (82,23 ha) in Provincia di Alessandria e di Maranzana (186,90 ha ) in Provincia di Asti per una superficie totale di 823,26 ha.
L'ampliamento estende di xxx ha l'Area protetta (xxx ha in Comune di Bruno e xxx ha in Comune di Mombaruzzo) in zone tuttora prevalentemente occupate da boschi avviando un processo di ricostruzione, almeno ideale, dei territori dell'antica Communa, un'area di particolare importanza storica e paesaggistica fondamentale per avviare solidi processi di valorizzazione ambientale, culturale e turistica del territorio.
L'antica Communa o Comunia (termine conservato nella voce dialettale Cmen-na), come gia' illustrato nella Relazione di accompagnamento al d.d.l. predisposto per l'istituzione della Zona di salvaguardia del Bosco di Cassine, identificava una entita' territoriale (Bosco delle Sorti) con gestione pubblico-comunitario; le testimonianxe di tale uso risalgono al secolo XIII quando il Boscum Communis comprendeva territori a mezzodi' della strada della Valle del Cervino, ad occidente dei Boschi di Mombaruzzo ed a settentrione del Rivo del Ghisone" ed altre localita' quali Boscum Odofredi, Boscum Anglesii, Tabulata de Castagnolis, Roca Caudroni oggi non localizzabili con sicurezza. La testimonianza della presenza dell'area boschiva indivisa denominata "Le Sorti" permane nella toponomastica attuale ed in particolare nel territorio del Comune di Bruno lungo il Rio Ghisone verso il confine con il Comune di Carentino. Nel Comune di Bruno il Bosco delle Sorti interessava, ancora nel XVIII secolo, ben 453 giornate (circa 153 ettari). Lo sfruttamento delle risorse forestali, di cui e' preziosa testimonianza il "Libro dei Convocati" per il sorteggio dei legnami attualmente a Torino, e' stato peraltro oggetto di contese in particolare tra le comunita' di Bruno e di Mombaruzzo e quelle vicine, Cassine soprattutto con cui venne stipulato un accordo nel 1247, ma anche con quelle di Maranzana, Quaranti, Castelletto Molina, Fontanile. Tali contese ebbero termine nel 1599 quando una sentenza arbitrale stabili' i confini delle terre appartenenti a Mombaruzzo lungo la riva sinistra del Rio Cervino.
Nel catasto figurato del 1794 sono censiti importanti presenze di castagni coltivati ed una vasta foresta significativamente indicata "luogo dei lupi".
La lottizzazione nel 1868 pose fine all'istituto del Bosco delle Sorti.
L'ampliamento interessa due subaree ad est dell'abitato di Mombaruzzo (Presepio) e ad ovest tra l'abitato di Mombaruzzo e di Bruno (Rocche di Bruno) estese tra le quote di 150 metri s.l.m. e di 280 metri s.l.m.
Le caratteristiche ambientali e paesaggistiche di questi territori sono del tutto analoghe a quelle dei territori gia' inseriti nella Zona di salvaguardia.
Sotto il profilo geomorfologico si segnala un aspetto peculiare costituito dalle "Rocche", zone in cui l'erosione delle sabbie e le argille (testimonianza dell'antico bacino pliocenico del Terziario) disegna suggestivi paesaggi di calanchi.
Il clima, caratterizzato da precipitazioni scarse e abbinato alla superficialita' dei suoli, determina alcune caratteristiche di relativa xerotermofilia delle formazioni vegetali. I suoli sono poco profondi e poco drenanti a causa della tessitura fine e del substrato argilloso compatto, la reazione varia da acida a subacida (pH 6 - 6,5).
La vegetazione e' costituita da boschi a prevalenza di roverella (Quercus pubescens) abbinata al cerro (Q. cerris) nelle zone di crinale e nelle esposizioni piu' calde; nelle esposizioni piu' fresche prevalgono la rovere (Q. petraea) presente localmente con esemplari di eccezionali dimensioni (Rio Ghisone e Costa Lunga) e il castagno accompagnati talvolta dalla farnia (Q. robur), in prossimita' degli impluvi.
Il governo a ceduo ha modificato la struttura della vegetazione attuale, che per composizione specifica puo' considerarsi molto vicina alla vegetazione potenziale caratteristica di tale area.
L'inquadramento fitosociologico risulta di complessa interpretazione a causa della presenza di formazioni vegetali di transizione fra le aree che subiscono le influenze climatiche della pianura e formazioni piu' collinari e termofile. Da una lato si riscontrano specie legate alle classi Querco-Fagetea e Quercetea robori-petraeae, ma nelle esposizioni piu' calde prevalgono le specie della classe Quercetea pubescenti-petraeae.
La copertura boscata si e' discretamente mantenuta in corrispondenza dell'area anticamente occupata dal Bosco delle Sorti; ai margini del bosco e in altre zone prevalgono infestanti e/o esotiche quali Robinia pseudacacia, Rubus sp. pl., Clematis vitalba, Solidago gigantea ecc. Le formazioni boscate sono inframezzate in modo discontinuo da vigneti, seminativi e prati stabili.
Dal punto di vista floristico e' da segnalare la presenza di alcune specie di Orchidacee protette dalla legislazione regionale (l.r. 2 novembre 1982, n.32) come Orchis morio, Orchis sambucina, Platanthera chlorantha.
Caratterizzano il sottobosco quattro specie di ginestre: Cytius scoparius, Genista germanica, abbastanza comuni e tipiche della brughiera, Cytisus villosus, specie stenomediterranea qui al limite del suo areale, e Genista cinerea, presente solo in Piemonte e in Liguria nella fascia compresa tra l'Appennino Ligure e le Alpi Marittime.
Di rilevante interesse e' la presenza di Erica arborea al limite settentrionale del suo areale, il cui mantenimento e' legato alla pratica delle ceduazioni.
Il ceduo e la parcellizzazione del bosco, se da un lato hanno condotto ad una modificazione della struttura potenziale del soprassuolo, dall'altro hanno favorito una elevata variabilita' ecosistemica, con la creazione di una disetaneita' del popolamento forestale che ha determinato una diversita' strutturale ed una elevata potenzialita' faunistica.
I mammiferi piu' frequentemente osservati sono: cinghiale, volpe, lepre europea, faina, tasso, riccio, scoiattolo, donnola, ghiro, toporagno, e alcune specie di chirotteri. per l'avifauna sono segnalati il picchio rosso, il picchio verde, la civetta, il gufo, l'upupa, la tortora dal collare, la poiana e alcune specie di interesse venatorio quali il fagiano, la starna, la beccaccia, la quaglia, il germano reale. Sporadica e' la presenza del capriolo. Si estende anche su questo territorio l'Azienda Faunistico gia' presente nella Zona di salvaguardia istituita con legge regionale 14 novembre 2001, n. 29.
Come per l'area ad ovest del Rio Cervino e gia' inserita nella Zona di salvaguardia, una forte connotazione paesaggistica e' conferita a questi territori dalla viticoltura. La vocazione viticola della zona e' infatti rappresentata dalle produzioni di vini D.O.C. di grande pregio come il Brachetto d'Acqui, il Dolcetto d'Acqui. il Barbera d'Asti e del Monferrato, il Cortese dell'Alto Monferrato, il Moscato d'Asti, l'Asti spumante.
Sotto il profilo delle testimonianze storiche ed architettoniche si segnala la Cappella del Presepio in Comune di Mombaruzzo, antico romitorio di cui ora rimangono la chiesa con il campanile: L'attuale assetto architettonico e' seicentesco ma le sue origini risalgono al XIV secolo; negli Statuti del 1337 sono in effetti citati "i boschi e le vigne dalla Cappella". Il suo nome e' dovuto ad un bassorilievo marmoreo, databile alla prima meta' del XVI secolo, raffigurante la Nativita'.
In Comune di bruno e' di particolare rilievo la "Chiesetta della Madonna della Misericordia" del XVI secolo appartenente dapprima alla Mensa vescovile di Acqui, quindi a quella di Alba e tuttora gestita dalla Confraternita dei Rosarianti.

Gestione

Sotto il profilo della gestione con il presente provvedimento si propone il modello di cui all'articolo 4 della legge regionale 14 novembre 2001, n. 29 istitutiva della Zona di salvaguardia del Bosco di Cassine, che prevede che le funzioni di direzione e di amministrazione siano esercitate direttamente dai Comuni territorialmente interessati; l'Assemblea dei Sindaci di cui al comma 2 dell'articolo 4 della medesima legge regionale, prevista per garantire il necessario coordinamento delle iniziative, per la predisposizione del programma di attivita' annuale e pluriennale contente la definizione delle strategie e la definizione degli interventi, delle attivita' e delle risorse necessarie per il raggiungimento degli obiettivi istituzionali e gestionali, e' naturalmente integrata con i Sindaci dei Comuni di Bruno e di Mombaruzzo.
Con il presente disegno di legge si e' colta inoltre l'occasione per adeguare complessivamente la legge regionale istitutiva della Zona di salvaguardia del Bosco di Cassine alle disposizioni generali della legge regionale 26 aprile 2000, n. 44 (Disposizioni normative per l'attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112 'Conferimento di funzioni e di compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59'), modificata ed integrata con legge regionale 15 marzo 2001, n. 5.
In tal senso e' stato pertanto sostituito l'articolo 1 apportandovi i riferimenti all'articolo 92 della legge regionale 26 aprile 2000, n. 44 e s.m.i. e classificando l'Area protetta di "rilievo locale" ai sensi dell'articolo 93 della stessa legge regionale.
Il comma 4 dell'articolo 5 e' stato sostituito prevedendo che fino alla approvazione del Piano d'Area gli interventi di modificazione dello stato attuale dei luoghi, fatta salva ogni altra autorizzazione prevista per legge e ad esclusione degli interventi di cui alle lettere a), b) e c) del comma 2 dell'articolo 13 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela e uso del suolo), siano soggetti ad autorizzazione della Provincia competente per territorio.
Analogamente e' stato sostituito il comma 4 dell'articolo 8 in materia di ripristini, prevedendo che questi siano realizzati in conformita' alle disposizioni formulate in apposito provvedimento della Provincia competente per territorio.
La modifica dei confini conseguente all'ampliamento nel territorio del Comune di Mombaruzzo ha comportato la sostituzione della cartografia allegata alla legge regionale istitutiva (articolo 2).
Il comma 1 dell'articolo 7 e' stato sostituito per meglio esplicitare l'efficacia del Piano d'Area rispetto alla tutela paesistica.
Il comma 1 dell'articolo 8 e' stato sostituito prevedendo l'adeguamento in Euro delle sanzioni amministrative.
Cogliendo inoltre la proposta dei Sindaci dei Comuni di Cassine, Alice Bel Colle, Maranzana e Ricaldone e' stata modificata la denominazione dell'Area protetta adottando il toponimo in uso dal XIII secolo "La Communa" che identifica con chiarezza l'antico modello gestionale del Bosco ed e' tuttora quello utilizzato comunemente tra la popolazione residente; la nuova denominazione dell'Area protetta e' pertanto la seguente: "Zona di salvaguardia del Bosco delle Sorti - La Communa".
Relazione finanziaria ai sensi dell'art. 26, comma 2 della legge regionale 11 aprile 2001, n. 7.

L'affidamento della gestione dell'Area protetta alle amministrazioni comunali territorialmente interessate ed il coordinamento e la programmazione delle attivita' all'Assemblea dei Sindaci consentira' di non avere oneri per l'assunzione di nuovo personale in quanto potra' essere impiegato quello disponibile presso le singole amministrazioni.
In considerazione dei tempi previsti per l'approvazione della legge non sono comunque previsti ulteriori oneri di spesa con riferimento all'esercizio finanziario 2002, mentre la copertura per gli esercizi finanziari 2003 e 2004 sara' garantita con le risorse in conto corrente ed in conto capitale che saranno rese disponibili sui capitoli di competenza dei Settori Pianificazione e Gestione Aree protette con riferimento alle U.P.B. 21051 - 21052 - 21061 - 21062.
Il fabbisogno finanziario annuale stimato per lo sviluppo delle attivita' in conseguenza dell'ampliamento dell'Area protetta previsto con il disegno di legge (interventi forestali, sistemazione infrastrutture per la fruizione, attivita' di ricerca e di informazione, ecc.) e' stimato, sulla base di esperienze analoghe in Aree protette con caratteristiche confrontabili, in 40.000,00 Euro all'anno in termini di spesa di investimento ed in 15.000,00 Euro all'anno in termini di spesa corrente.
La copertura finanziaria di tale fabbisogno per l'esercizio finanziario 2003 e' garantita mediante riduzione degli appositi capitoli facenti riferimento al fondo speciale di cui all'articolo 22 della legge regionale 11 aprile 2001, n. 7 occorrente per far fronte ad oneri derivanti da provvedimenti legislativi che si perfezioneranno dopo l'approvazione del bilancio recanti spese in conto corrente ed in conto capitale. Tali capitoli sono ridotti per 15.000,00 Euro per quanto riguarda la quota corrente ( U.P.B. 09011) e per 40.000,00 per quanto riguarda la quota di spese di investimento ( U.P.B. 09012).
Conseguentemente si prevede l'integrazione alla legge regionale 30 aprile 2002, n. 13 degli elenchi dei provvedimenti legislativi in corso recanti spese di parte corrente e spese di investimento ove viene in entrambi aggiunta la voce "d.d.l. Modifiche della legge regionale 14 novembre 2001, n. 29 (Istituzione della Zona di salvaguardia del Bosco di Cassine)".
Per gli esercizi finanziari successivi al 2003 si fara' invece luogo con la legge finanziaria di cui all'art. 8 della legge regionale 11 aprile 2001, n. 7.