Consiglio regionale
del Piemonte




Relazione alla Proposta di legge regionale n. 495.

Istituzione del Centro di documentazione nell'area della "Benedicta" nel Parco delle Capanne di Marcarolo



BENEDICTA

Il luogo

Il cascinale della Benedicta, situato nel Comune di Bosio, nel cuore del Parco regionale Capanne di Marcarolo, rappresenta uno dei luoghi piu' importanti nella storia della Resistenza alessandrina ed italiana.
Convento benedettino nel Medioevo, centro della proprieta' terriera degli Spinola in eta' moderna, divenne la sede del comando partigiano della III Brigata Liguria nella primavera del 1944: nell'aprile di quell'anno i nazifascisti attaccarono in forze i partigiani, uccisero decine di ragazzi, ne avviarono centinaia ai campi di concentramento e distrussero il cascinale.
Nel dopoguerra i ruderi della Benedicta vennero lasciati in un colpevole stato di abbandono, che provoco' un progressivo degrado ambientale e una quasi completa cancellazione dei segni della violenza fascista.

L'evento

Intorno al Monte Tobbio nell'inverno 1943-1944 cominciarono a rifugiarsi i primi nuclei di giovani partigiani e renitenti alla leva, che rifiutavano di continuare la guerra e iniziavano il loro percorso di opposizione al fascismo.
I partigiani collocarono il loro comando alla Benedicta, un grande cascinale che all'epoca rappresentava il cuore della proprieta' agraria della nobile famiglia genovese degli Spinola ed era stata in epoca medioevale un convento benedettino (da quell'ordine religioso prese il nome che conservo' nei secoli). Nella primavera 1944 i giovani affluiti in montagna erano ormai diverse centinaia. Anche se molti di loro erano male armati e privi di istruzione militare, la loro presenza rappresentava un pericolo potenziale per tedeschi e fascisti, che decisero di organizzare un rastrellamento il cui scopo era duplice: sgominare le bande e creare il terrore nella popolazione civile.
Il 7 aprile 1944 ingenti forze nazifasciste circondarono la Benedicta e le altre cascine dove erano dislocati i partigiani e colpirono duramente i giovani, spesso impossibilitati a difendersi per la mancanza di un adeguato armamento e di esperienza militare.
Il rastrellamento prosegui' per tutto il giorno e nella notte successiva. Molti partigiani, sfruttando la conoscenza del territorio, riuscirono a filtrare tra le maglie del rastrellamento, ma per centinaia di loro non ci fu scampo.
In diverse fasi i nazifascisti fucilarono 147 partigiani, altri caddero in combattimento; altri partigiani, fatti prigionieri, furono poi fucilati, il 19 maggio, al Passo del Turchino.
Chi arrivo' per primo nei pressi dei ruderi della Benedicta trovo' uno spettacolo difficilmente immaginabile.
Altri 400 partigiani furono catturati e avviati alla deportazione in Germania: 200 di loro riuscirono fortunosamente a fuggire durante il trasporto, alla stazione di Sesto San Giovanni; quasi tutti i loro compagni lasciarono la vita nei campi di concentramento.
Il rastrellamento della Benedicta, che nelle intenzioni dei nazisti e dei fascisti avrebbe dovuto fare terra bruciata intorno alla resistenza, non riusci' tuttavia a piegare lo spirito popolare. Anzi, proprio dalle ceneri della Benedicta il movimento partigiano, dopo aver avviato una riflessione anche spietata sugli errori compiuti, riusci' a riprendere vigore: la divisione "Mingo", attiva nell'ovadese, una delle formazioni partigiane piu' importanti e organizzate dell'appennino ligure-alessandrino, ebbe tra i suoi promotori proprio alcuni degli scampati alla Benedicta. Altri partigiani reduci alla Benedicta continuarono la loro esperienza sino alla Liberazione in formazioni della Val Borbera e in altre divisioni partigiane dell'appennino alessandrino.
La divisione Garibaldi "mingo" partecipo' attivamente, oltre che alla liberazione del territorio alessandrino, ai movimenti insurrezionali che portarono alla liberazione di Genova.

Il valore della memoria

Nel luogo dove si compi' l'eccidio, per iniziativa di vari Enti locali guidati dalla Provincia di Alessandria presieduta all'epoca dall'On. Giovanni Sisto, negli anni Sessanta venne innalzata una zona monumentale, dove ogni anno si svolge una manifestazione sempre imponente, caratterizzata dalla presenza di migliaia di persone provenienti soprattutto dalle province di Alessandria e di Genova. A testimoniare l'importanza della manifestazione e' sufficiente segnalare la presenza, ogni anno, di importanti personalita' politiche, militari, religiose, tra cui spiccano le due visite degli allora Presidenti della Repubblica Giuseppe Saragat e Sandro Pertini.
La Benedicta e' luogo di visita non solo in occasione della manifestazione che ha luogo all'inizio di aprile: ogni anno raggiungono il sacrario e i ruderi del cascinale decine di migliaia di persone, e numerose sono le presenze degli alunni delle scuole dell'alessandrino e delle province limitrofe.
Purtroppo l'assoluta mancanza di strutture coperte rende la visita, anche in considerazione delle condizioni climatiche non di rado sfavorevoli, non sempre agevole. La creazione di un centro di documentazione rappresenta quindi un indispensabile strumento per una corretta fruizione didattica del sito da parte delle rappresentanze scolastiche che vi si recano in visita e un valido supporto sia logistico sia culturale e di informazione per tutti i visitatori, anche occasionali che ogni anno raggiungono questo territorio: non bisogna infatti dimenticare che la zona, situata nel cuore del Parco delle Capanne di Marcarolo, ha una spiccata vocazione turistica e che un centro di documentazione favorirebbe il turismo culturale e la corretta conoscenza storica del territorio.
Bisogna segnalare che da qualche anno si e' costituito un Comitato promotore per la valorizzazione del sito e la creazione del centro di documentazione. Al comitato, guidato dalla provincia di Alessandria, partecipano numerosi enti locali, le associazioni partigiane e istituzioni culturali. Grazie all'attivita' del comitato e' stato possibile consolidare i ruderi dei cascinali, fermando il progressivo degrado di cio' che resta di un'emergenza architettonica che e' insieme testimonianza civile e segno della storia secolare del territorio.

La presente proposta di legge regionale si compone di 4 articoli:

Art. 1.
La Regione Piemonte, con riferimento alla legge regionale n. 41 del 18 aprile 1985, al fine di valorizzare uno dei luoghi emblematici della Lotta di Liberazione in Piemonte ed a completamento delle opere gia' realizzate dagli Enti territoriali locali e dalle Associazioni Partigiane, onde rendere funzionale l'accesso a l'uso, promuove la costruzione del Centro di documentazione nell'area della "Benedicta" del Parco delle Capanne di Marcarolo, luogo nel quale conservare e valorizzare le testimonianze e il materiale d'archivio relativo alla guerra e alla resistenza nell'Ovadese e, piu' in generale, la storia, la cultura e le tradizioni delle popolazioni dell'area.
L'intendimento e' quello di proporre il Centro come motore di assistenza didattica alle scuole, anche attraverso scambi culturali con realta' di altre province italiane ed europee, ed offrire strumenti di conoscenza ai cittadini ed ai turisti dell'area Parco di Marcarolo, nonche' favorire nuove occasioni occupazionali nel settore del turismo verde e culturale.

Art. 2.
Con la realizzazione di questo intervento, attraverso una contenuta struttura polivalente, si vuole garantire alle migliaia di visitatori e di pellegrini, oltre all'accoglienza, gli indispensabili servizi, un serio e documentato approccio con la storia della Resistenza e sul martirio delle 147 vittime della "Benedicta".

Art. 3.
La progettazione e l'esecuzione, nonche' la liquidazione del costo delle opere, vengono affidate alla competente Provincia e al Comune di Bosio, alla Comunita' Montana, al Parco delle Capanne e al Comitato della Benedicta, mentre il Comitato della Regione Piemonte per l'affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione Repubblicana, di cui alla legge regionale 22 gennaio 1976, n. 7, e' chiamato a formulare competente parere.

Art. 4. Norma finanziaria.
Al 12/2/2003

Relazione tecnica

- Generalita'

La proposta di legge in oggetto promuove finanziariamente la costruzione del Centro di documentazione nell'area della "Benedicta" del Parco delle Capanne di Marcarolo.

- Riferimento al bilancio annuale

La quantificazione della spesa prevista per l'anno 2003 ammonta complessivamente a euro 250.000,00. Si tratta di contributi in conto capitale. Il riferimento normativo e' la legge regionale 41/1985, attualmente vigente. Le modalita' di attuazione dell'intervento sono previste all'articolo 3 della proposta. In questo articolo, oltre a prevedere un apposito parere sulla progettazione ed esecuzione dell'intervento da parte del Comitato della Regione Piemonte per l'affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione Repubblicana, si precisa che l'assegnazione dei contributi avviene all'ente locale o al consorzio di enti locali territoriali proprietario del terreno su cui si vuole costruire l'opera. Il centro di reponsabilita' della spesa prevista e' individuato nella unita' previsionale di base n. S1012 (Gabinetto Presidenza della Giunta Rapporto Stato Regioni Tit. II spesa di investimento).
La copertura finanziaria dell'intervento e' individuata nella dotazione finanziaria della UPB 09012 (Bilanci e finanze Bilanci Tit. II spese di investimento) che presenta, al momento, nel bilancio di previsione per l'anno 2003 la necessaria disponibilita' (1). Si fa presente che il DDL 469 e', al momento, in discussione presso l'Aula consiliare. Il presente provvedimento costituisce integrazione dell'elenco n. 3 allegato al bilancio 2003 per i provvedimenti legislativi in corso recanti spese di investimento ove viene aggiunta la voce "Istituzione del Centro di documentazione nell'area della 'Benedicta' nel Parco delle Capanne di Marcarolo".

- Riferimento al bilancio pluriennale

La spesa di investimento per gli anni 2004 e 2005, quantificata per ogni anno in 250.000,00 euro, trova copertura nelle dotazioni finanziarie della UPB 09012 del bilancio pluriennale 2003-2005 (2).