Consiglio regionale
del Piemonte




Relazione alla Proposta di legge regionale n. 405.

Intervento pluriennale per gli impianti di frutticoltura



FINALITA' DELLA LEGGE
La presente Proposta di Legge si propone di destinare risorse finanziarie regionali per la realizzazione di un Programma speciale mirato di intervento a favore delle aziende frutticole piemontesi per l'acquisto e posa in opera di impianti anti-brina (anti-gelo) e anti-grandine.
L'esigenza di definire rapidamente un piano di interventi a favore della frutticoltura regionale e' dettata dalla sofferenza del settore in termini di rendimento e competitivita', anche a causa dell'andamento climatico che comporta sia un continuo - e insopportabile, in termini di costo - aumento dei premi di assicurazione, sia la frequente perdita di rilevanti quote di produzione a causa di gelo e di grandine su estese superfici di coltivo, ivi comprese le piu' vocate di tutta la regione.

ANALISI DELLA PRODUZIONE FRUTTICOLA PIEMONTESE
La frutticoltura piemontese e' costituita in prevalenza da pesche, nettarine e kiwi e quote importanti di mele, pere e albicocche. La produzione complessiva regionale, che varia tra i 155 e 210 milioni di euro/300,1-406,6 mld di lire (sulla base delle disponibilita' e dei prezzi) rappresenta oltre l'8% della PLV agricola piemontese.
La produzione piemontese in q.li e in ha. coltivati, per le maggiori produzioni frutticole, risulta essere la seguente:

COLTIVAZIONI SUPERFICIE ha. PRODUZIONE q.li x 000
Mele 5.655 1.434
Pere 1.407 298
Pesche 4.528 994
Nettarine 2.947 818
Actinidia 3.213 759
Totale 17.750 4.303
NOTA: Vanno aggiunti 7.810 ha. di nocciole e produzioni piu' contenute di albicocche e susine

Il peso negli scambi con l'estero e' di primaria importanza: la frutta piemontese occupa il primo posto nell'ambito dei prodotti freschi esportati, con un fatturato di 90 milioni di euro annui, anche se un calo in termini di competitivita', nel quadro dei noti processi di standardizzazione internazionale della qualita' delle produzioni, ha determinato qualche riduzione del valore delle produzioni esportate e quindi dei fatturati realizzati dalle imprese. La frutta, assieme al vino, costituisce comunque la quasi totalita' dell'export agricolo piemontese. Si tratta, quindi, di un settore il cui rilievo strategico va molto oltre la pur rilevante incidenza sulla PLV .
I tre quarti delle produzioni frutticole sono concentrate in provincia di Cuneo (circa 3 milioni di quintali annui prodotti). Ma la frutticoltura interessa in modo diffuso la realta' di tutta la Regione, con esclusione delle sole aree della viticoltura e della risaia. La produzione e' essenzialmente orientata al prodotto di frutta per consumo fresco, destinazione che richiede un livello elevato di qualita' estetica ed organolettica dei frutti.
La coltivazione della frutta in Piemonte ha vissuto un lungo ciclo positivo sino agli inizi degli anni '90, contrassegnato da una progressiva crescita degli impianti.
Negli ultimi anni, viceversa, la spinta espansiva pare terminata: il comparto mostra segni di difficolta' ad adattarsi ad uno scenario internazionale sempre piu' competitivo, sia in ragione di alcune carenze sotto il profilo della strutturazione delle imprese agricole e dell'organizzazione dei servizi logistici e commerciali, sia per effetto dei richiamati andamenti climatici sfavorevoli.

DANNI ALLE COLTURE E ASSICURAZIONI
Se i problemi di struttura hanno avuto un primo tentativo di risposta con la costruzione di nuovi mercati all'ingrosso e il rafforzamento delle strutture collettive, dotati di piu' efficienti impianti di concentrazione, lavorazione, commercializzazione, il secondo non ha avuto ancora risposte adeguate sul piano della prevenzione e in termini di adeguamento strutturale delle aziende. Gli ultimi dieci anni infatti, dal 1991 al 2001, sono stati tutti caratterizzati, tranne il 1992 e il 1996, da variazioni climatiche che hanno determinato continui eventi sfavorevoli. In particolare i bruschi abbassamenti della temperatura invernale e primaverile e le violente grandinate primaverili-estive hanno causato percentuali di danno stimabili tra il 20% e il 50% dell'intera produzione regionale.
E' qui il caso di ricordare che l'accesso ai finanziamenti per calamita' atmosferiche (in base alla legge 185/92) e' nella maggior parte dei casi non proponibile poiche' occorre dimostrare che almeno il 35% della produzione vendibile sia completamente distrutta, cosa che non avviene in caso di grandine poiche' il prodotto viene considerato, pur fortemente danneggiato, teoricamente commerciabile. Si tratta comunque di interventi "di soccorso" che non rimuovono le conseguenze degli eventi calamitosi in termini di potenzialita' produttiva e finanziaria delle aziende. La legge 185/92, in sostanza, puo' essere utilizzata solo per la parte relativa al concorso statale nel pagamento dei premi di assicurazione
Il ricorso alle assicurazioni e' quindi stato per la maggior parte delle aziende frutticole un atto obbligato. Negli ultimi anni, pero', la frequenza e l'estensione degli eventi sfavorevoli ha compiuto un continuo incremento degli indennizzi che su quasi tutta la gamma frutticola (valori 2001) hanno superato, nella media regionale, il valore dei premi, con punte particolarmente significative nella provincia di Cuneo: 125% sulle pesche, 172% sulle actinidie!

Tabella - Assicurazioni, premi e indennizzi: il quadro della situazione

Al fine di offrire un quadro completo degli impianti assicurati, dei premi e degli indennizzi, si forniscono, qui di seguito, il quadro completo relativo alla provincia di Cuneo (in quanto espressione del 75% della produzione regionale)

CONSORZIO DI CUNEO
OMISSIS

Tabelle - Quadri sintetici delle altre Province (suddivise nelle Aree di competenza dei diversi consorzi di difesa), limitatamente alle produzioni frutticole principali

CONSORZIO DI ALESSANDRIA
OMISSIS

CONSORZIO DI ASTI
OMISSIS

CONSORZIO DI CASALE M.TO
OMISSIS

CONSORZIO DI NOVARA
OMISSIS

CONSORZIO DI NOVARA 1
OMISSIS

CONSORZIO DI TORINO
OMISSIS

CONSORZIO DI VERCELLI 1
OMISSIS

CONSORZIO DI VERCELLI 2
OMISSIS

PERCHE' INCENTIVARE LA PROTEZIONE
La situazione di squilibrio ha determinato non solo un aumento del valore del premio pagato dalle aziende assicurate, ma anche un innalzamento delle franchigie. A questo si aggiunge il fatto che il valore del prodotto risarcito non rappresenta mai completamente il valore effettivamente perduto, perche' i prezzi sono stimati in termini di prezzi medi e perche' il danno viene stimato in termini di danno percentuale sul frutto colpito, senza considerare che spesso il prodotto danneggiato subisce un tale deprezzamento da non essere piu' commercializzabile come destinazione fresca.
Si deve aggiungere che il costo dell'assicurazione (di 0,06 - 0.08 euro medi a Kg 116-155 lire) incide sui costi aziendali per il 25% circa del valore unitario del prodotto (considerando un prezzo medio 2000 al produttore di 0,26 euro/503 lire al Kg per le mele e di 0,31 euro/600 lire per le pesche). Inoltre una riduzione media di produzione del 20-30% all'anno determina un inevitabile lievitazione dei costi fissi, che si ripartiscono su una produzione piu' bassa, ed una diminuzione della "capacita' critica" di commercializzazione.
Il sistema delle assicurazioni, che in termini di copertura totale rappresenterebbe un business di circa 31-36,2 milioni di euro/60-70 mld di lire (in realta' le spese per premi sono piu' basse perche' la maggioranza del prodotto non viene assicurato), costituisce un enorme partita economica per i settori finanziari-assicurativi, ma un peso insostenibile per il settore agricolo. L'enorme interesse del settore assicurativo ha finora rallentato il passaggio dalla difesa passiva a quella attiva, con il risultato che ogni anno si spende in Piemonte, tra quota a carico dei coltivatori e contributo statale, una somma che, tradotta in investimenti, consentirebbe di posare barriere antigrandine su 3-4000 ettari di frutteto.
La non assicurazione - peraltro - costituisce una scelta imprenditoriale che la frequenza del rischio sconsiglia categoricamente.
Occorre aggiungere che l'efficienza-competitivita' del comparto non e' assicurata, comunque, dal semplice recupero finanziario dei danni: occorre presidiare i mercati con una costante capacita' di rifornimento di prodotto qualitativamente competitivo. In mancanza di questa condizione si rischiano perdite pesanti di spazi commerciali a favore delle aree di produzione meno soggette a rischi atmosferici o piu' avanzate nei sistemi di protezione attiva.
Dai dati esposti si ricavano le seguenti indicazioni:
- su una produzione totale di frutta calcolata in 155-210 milioni di euro/300,1-406,6 mld di lire solo il 35% sono assicurati. Anche tenuto conto che altri 10,3-15,5 milioni di euro/19,9-30 mld di lire sono prodotti in impianti gia' protetti la quota di produzione protetta costituisce appena il 42,38% del totale;
- il costo dei premi assorbe mediamente il 9% del valore totale del prodotto e il 25% del volume assicurato;
- contro i rischi di brina non opera piu' alcuna forma di assicurazione;
- in queste condizioni una quota altissima (circa il 65% della produzione) di coltivatori affronta senza garanzie il rischio climatico, con conseguenze spesso insostenibili sui bilanci aziendali data la frequenza degli eventi sfavorevoli;
- poiche' nell'anno 2001 i danni complessivi pagati dalle assicurazioni (Euro 8.531.138,13/Lire 16.518.586.800) superano la somma dei premi riscossi (Euro 7.520.020,40/Lire 14.560.789.800) e' presumibile un conseguente aumento dei costi e delle franchigie, per cui l'onere di assicurazione continuera' il trend di incremento in atto da diverse campagne.
La convinzione generale degli operatori ormai e' quella che al sistema assicurato non regge piu', se non per alcune specifiche realta': zone poco esposte, caratteristiche tecniche degli impianti, ecc.
Per il complesso dei motivi sopra esposti e' quindi necessario procedere rapidamente (i danni dell'ultimo decennio hanno gia' causato conseguenze pesantissime su molte aziende) al passaggio della difesa passiva (assicurazioni), alla difesa attiva con reti antigrandine e impianti antibrina considerando queste strutture quasi come corrispettivo agricolo delle opere di urbanizzazione per i settori industriali, cioe' di organizzazione del territorio in maniera tale da renderlo usufruibile per la utilizzazione produttiva a cui e' destinato.
D'altronde in termini di bilancio aziendale, di bilancio sociale (la piu' moderna tecnica di valutazione degli interessi complessivi sottesi all'attivita' di impresa attribuisce grande importanza ai bilanci sociali) e di interessi economici diffusi, passando dalle assicurazioni alla difesa attiva, si trasformano da costi di parte corrente in investimenti pluriennali e quindi si trattiene come investimento nel settore una quota decisiva (come ricordato fino al 25%) di risorse oggi trasferite a settori extra-aziendali.
Come gia' ricordato l'opinione di alcuni antesignani dei piu' moderni orientamenti che gia' proponevano negli anni '80 la difesa attiva come linea per la politica dei cosiddetti "Consorzi antigrandine" ha tardato ad affermarsi, ma si trattava anche di costruire non semplici percorsi culturali e, comunque, per una prima fase di lavoro delle strutture consortili di difesa l'assicurazione apparve adeguata a salvare i bilanci aziendali. Ora, come gia' evidenziato, non e' piu' cosi' e tutto il settore conviene sulla necessita' di ricorrere in modo generalizzato alla protezione tecnica degli impianti.

I COSTI DEGLI IMPIANTI
Si espongono qui di seguito gli elementi di costo ad ettaro per la realizzazione di impianti per la difesa delle colture da eventi meteorici:
a) Impianto con rete antigrandine di media tipologia:
- Componenti: rete; palificazione; funi, cavi e fili di ferro; ancoraggi; placchette fissarete, cappucci copripalo: costo complessivo per ettaro: 7.500 euro/14,5 milioni di lire, esclusa manodopera;
- Costo manodopera per ettaro: 6.000 euro/11,6 milioni di lire;
- Il costo complessivo dell'impianto va stimato in 13.500 euro/26,1 milioni di lire per ettaro.
b) Impianto di irrigazione antibrina
- Componenti: Irrigatori a minigetti; aste di sostegno; tubazioni; sistema di filtraggio: considerando una media di costi tra gli impianti "ad aspersione sovrachioma" e i sistemi "localizzati su filare", inclusa la stazione di pompaggio, e considerato il costo medio della mano d'opera: il costo medio del sistema per ettaro puo' essere stimato in 8.700 euro/16,8 milioni di lire.

IPOTESI DI PIANO
Da stime e informazioni del settore risulterebbe che a tutto il 2000 solo 1000 ettari, circa, di frutteto risultano protetti dagli impianti di prevenzione antigrandine. Mille ettari rappresentano attualmente il 6% della superficie frutticola piemontese a melo, pero, pesco e kiwi (le colture maggiormente colpite).
Si stima che almeno il 50% della superficie totale dovrebbe essere protetta: la rimanenza puo' riguardare coltivi sparsi, aree su cui la copertura non e' tecnicamente opportuna o possibile, situazioni di rischio minore sostenibile con le assicurazioni.
Si ritiene presuntivamente che i fondi CEE per il PSR possano essere destinati alle reti e agli impianti di protezione frutticola per circa il 10% del totale della misura a) pari ad una somma di circa 25,8 milioni di euro/50 miliardi di lire, il che consentirebbe di coprire con impianti antigrandine ed antibrina circa 1300 ettari.
Si espone qui di seguito il conteggio della spesa occorrente (e dei relativi finanziamenti regionali) per realizzare la protezione del 50% dei frutteti piemontesi con esclusione delle actinidie.

A) superficie totale ha. 17.800

superficie actinidie (da sottrarre) ha. 3.200

totale altre colture ha. 14.600

B) superficie da proteggere 50%
di ha. 14.600 ha. 7.300

superficie gia' protetta ha. 1.000

coperture realizzabili con il fondo
per i PSR ha. 1.300

totale ha. 2.300
ha. 2.300

differenza da finanziare ha. 5.000

C) fabbisogno di spesa per

a) antibrina euro 8.700/ha x ha. 5.000 Mil/euro 43,5 Mld/L 84,23

b) antigrandine euro 13.500/ha x ha. 5.000 Mil/euro 67,5 Mld/L 130,70

totale Mil/euro 111,0 Mld/L 214,93

D) quota a carico della Regione 40% Mil/euro 44,4 Mld/L 85,97

fabbisogno complessivo annuo
(suddiviso su 5 esercizi) Mil/euro 8,9 Mld/L 17,03

(NOTA: sono stati effettuati arrotondamenti)
Naturalmente in termini economici complessivi il bilancio sarebbe enormemente positivo comportando, a regime, un corrispondente risparmio definitivo di almeno 6,2 milioni di euro/12 miliardi di lire per le assicurazioni.
Con iniziative a parte potrebbe essere richiesto al MIRAF un ristorno come concorso di copertura delle spese per il piano di cui alla presente legge, l'equivalente della somma risparmiata sui contributi pieni erogati annualmente.

DESCRIZIONE DEGLI ARTICOLI
a. La legge si compone di 6 articoli che traducono in normative e stanziamento gli indirizzi della presente relazione finalizzati al passaggio delle assicurazioni alla difesa attiva antigrandine ed antibrina per circa il 50% della produzione frutticola delle otto province piemontesi.
b. Per l'impegno finanziario si prevede uno stanziamento di 10 milioni di euro/19,36 miliardi di lire per ciascun esercizio 2002/2004. La rimanenza verra' suddivisa nei due successivi esercizi 2004/2006.

Relazione Tecnica

- Generalita'

La proposta di legge ha lo scopo di intervenire finanziariamente per la spesa in conto capitale a favore delle aziende frutticole piemontesi per la realizzazione di un programma speciale mirato per l'acquisto di impianti con rete antigrandine e di impianti di irrigazione antibrina.

- Riferimento al bilancio annuale

La quantificazione della spesa prevista per l'anno 2002 ammonta a euro 10.000.000,00. Trattasi di spesa in conto capitale, nella fattispecie, di interventi a favore delle aziende agricole. I beneficiari degli interventi sono gli imprenditori agricoli individuati all'articolo 4 e che operano nell'ambito previsto all'articolo 2 della proposta di legge. Sono inoltre contemplate procedure per l'erogazione dei finanziamenti secondo precise modalita' di presentazione delle domande. La copertura finanziaria e' individuabile nel fondo speciale "occorrente per far fronte ad oneri derivanti da provvedimenti legislativi in corso recanti spese di investimento attinenti ad ulteriori programmi di sviluppo" collocato nella UPB n. 09012 (Bilanci e Finanze-Bilanci Tit. II - spese di investimento). Tale fondo al momento non presenta la necessaria disponibilita', in quanto attualmente nel DDL 371 (Bilancio di previsione 2002 e pluriennale 2002-2004) tale fondo ha stanziamento pari a zero, ma la UPB , cui lo stesso capitolo fa riferimento, la n. 09012, lo ammetterebbe(1). Il DDL 371 e' al momento in discussione presso la Commissione bilancio. Il presente provvedimento costituisce integrazione dell'elenco allegato al bilancio 2002 per i provvedimenti legislativi in corso recanti spese di investimento ove viene aggiunta la voce "PDL Intervento pluriennale per gli impianti di frutticoltura".

- Riferimento al bilancio pluriennale

La quantificazione della spesa per gli anni 2003 e 2004 ammonta rispettivamente a euro 10.000.000,00. La copertura finanziaria per gli anni 2003 e 2004 e' assicurata, al momento, dalla disponibilita' finanziaria della UPB n. 09012 (comprendente il capitolo n. 27170) (2).

(1) DDL 371 (Bilancio 2002)

UPB 09012

competenza 2002
71.253.599,00

(2) DDL 371 (Bilancio pluriennale 2002-2004)

UPB 09012

competenza 2003 competenza 2004
61.123.209,00 61.123.209,00

Articolo finanziario.

Art. 6. (Norma finanziaria)

1. Per l'attuazione della presente legge, e' autorizzata la spesa complessiva di 30.000.000,00 euro relativa agli anni 2002-2004.
2. All'onere previsto, nello stato di previsione della spesa del bilancio 2002, si provvede istituendo nella UPB n. 12022 (Sviluppo dell'agricoltura Sviluppo delle produzioni vegetali Titolo II spese di investimento) il capitolo con la seguente denominazione: "Interventi in conto capitale a favore di aziende agricole per gli impianti di frutticoltura" con stanziamento pari a euro 10.000.000,00 euro, in termini di competenza e di cassa;
3. La copertura di tale spesa per l'anno 2002 avviene con riduzione di pari importo della UPB 09012 (Bilanci e Finanze-Bilanci Titolo II-spese di investimento). Il presente provvedimento costituisce integrazione nel bilancio 2002 dell'elenco dei provvedimenti legislativi in corso recanti spese di investimento ove viene aggiunta la voce "PDL Intervento pluriennale per gli impianti di frutticoltura".
4. Agli oneri previsti per gli anni 2003 e 2004, pari rispettivamente a euro 10.000.000,00, si fa fronte riducendo la disponibilita' finanziaria prevista alla UPB n. 09012 (Bilanci e Finanze-Bilanci Titolo II-spese di investimento).
5. Agli oneri finanziari degli anni successivi si provvede con le successive leggi di bilancio.