Consiglio regionale
del Piemonte




Relazione alla Proposta di legge regionale n. 360.

Proposta di legge al Parlamento: 'Gestione in sicurezza degli esiti del nucleare '



Il territorio della Regione Piemonte si trova ad ospitare, per ragioni storiche, una considerevole quantita' di sostanze radioattive, collocate presso impianti o depositi nucleari non specificamente progettati per tale funzione.
Negli anni 1965-1987, l'esercizio della centrale elettronucleare Enrico Fermi a Trino (VC) ha prodotto rifiuti radioattivi ed elementi di combustibile irraggiati che, in parte, si trovano ancora presso il sito della centrale, in parte sono stati traspostati presso il centro di ritrattamento di Sellafield, in Gran Bretagna, ed in parte sono stati trasportati preso il deposito Avogadro e presso l'impianto nucleare EUREX di Saluggia (VC).
Dall'esterno della Regione Piemonte nel corso degli anni 70-80 sono stati trasportati in Piemonte 322 elementi irraggiati della centrale elettronucleare del Garigliano di Sessa Aurunca in provincia di Caserta che sono tuttora depositati presso il deposito nucleare Avogadro di Saluggia (VC).
Sempre dall'esterno del Piemonte sono stati fatti giungere dal Canada e dagli USA numerosi elementi di combustibile irraggiati tipo MTR e Candu che sono stati disciolti e ritrattati presso l'impianto nucleare EUREX di Saluggia (VC), presso il quale sono tuttora giacenti in forma liquida i rifiuti ad alta radioattivita' derivati da tale processo nonche' i materiali fissili (Uranio e Plutonio) recuperati.
Anche le attivita' di fabbricazione di combustibile nucleare svoltasi presso gli impianti della Fabbricazioni Nucleari di Boscomarengo (AL) e dell' ENEA di Saluggia hanno lasciato rifiuti radioattivi, se pur di minore entita', che sono custoditi presso gli stessi impianti.
Infine, non pochi rifiuti radioattivi sono stati prodotti da attivita' in campo biomedico quali quelle che si svolgono presso i laboratori SORIN di Saluggia (VC): anche in questo caso i rifiuti radioattivi sono depositati in loco.
Gli eventi alluvionali del 1993, del 1994 e quelli recenti dell'ottobre 2000 hanno drammaticamente mostrato la pericolosita' di detenere i rifiuti radioattivi in siti che non sono idonei a tale scopo dal punto di vista idrogeologico, essendo collocati in fascia di esondazione di importanti fiumi quali la Dora Baltea ed il Po.
Nell'ultima alluvione, per usare un'espressione del Professor Carlo Rubbia, Presidente dell' ENEA , a Saluggia (VC) si e' corso il rischio di una catastrofe di carattere planetario.
D'altra parte, la situazione in campo nazionale presenta anche molte altre situazioni critiche, principalmente nelle seguenti Regioni:
Emilia Romagna, con la centrale elettronucleare SOGIN di Caorso (Piacenza), in attesa di smantellamento, presso la quale sono depositati tutti gli elementi di combustile irraggiato ivi prodotti, nonche' rifiuti radioattivi;
Basilicata, con gli impianti nucleari ENEA di Policoro (Matera), in attesa di smantellamento, contenenti elementi di combustibile irraggiati provenienti dall'estero e rifiuti radioattivi derivanti da attivita' nucleari svolte in passato;
* Lazio, con gli impianti ENEA e NUCLECO di Santa Maria di Galeria (Roma) che vedono la presenza di elementi di combustibile irraggiati di provenienza estera e di rifiuti radioattivi, e la centrale elettronucleare SOGIN di Latina, in attesa di smantellamento, senza elementi irraggiati, ma con presenza di rifiuti radioattivi;
Campania, con la centrale elettronucleare SOGIN di Sessa Aurunca (Caserta) in attesa di smantellamento, senza elementi irraggiati, ma con presenza di rifiuti radioattivi.
Le proporzioni del rischio richiedono interventi ponderati ma urgenti, che seguano una strategia globale la quale possa, nel piu' breve tempo possibile, ridurre al massimo gli attuali pericoli.
Una ulteriore particolare urgenza deriva anche dalle valutazioni recentissimamente espresse da un organismo di massimo livello internazionale come l' IAEA , riguardanti la pericolosita' degli impianti nucleari in caso di attacchi terroristici.
Purtroppo invece, per lo meno per quanto concerne il Piemonte, anche le iniziative assunte dopo l'evento alluvionale del 2000 appaiono di tipo puramente emergenziale e puntuale, mentre continua a non essere delineata una strategia globale nazionale per la gestione della eredita' del nucleare nella massima sicurezza possibile.
In questa auspicata direzione si muoveva il documento emanato nel dicembre dell'anno 1999 dal Ministero dell'Industria "Indirizzi strategici per la gestione degli esiti del nucleare", documento che pero' non ha trovato riscontro a livello parlamentare, ne' si e' tradotto in provvedimenti di legge.
Appare quindi urgente che il Parlamento dibatta approfonditamente le problematiche precedentemente accennate, definisca una chiara ed opportuna linea strategica nazionale in merito e ne sancisca le norme.
Al fine di stimolare il Parlamento ad agire con urgenza in tale direzione, il Consiglio regionale, al quale, ai sensi dell'art. 17 dello Statuto della Regione Piemonte, e' attribuita la facolta' di formulare proposte di legge al Parlamento, e' invitato a proporre al Parlamento stesso la Proposta di legge di seguito riportata.