Consiglio regionale
del Piemonte




Relazione alla Proposta di legge regionale n. 304.

Adeguamento anticipato alle nuove Direttive riguardanti l'allevamento dei vitelli e delle galline ovaiole



Negli ultimi anni sono state emanate dalla Comunita' Europea due importanti Direttive riguardanti il benessere degli animali negli allevamenti e la tutela dei consumatori: la Direttiva 97/2 "norme minime per la protezione dei vitelli" e la Direttiva 1999/74/CE che stabilisce le norme minime per la protezione delle galline ovaiole.
La Direttiva "vitelli" e la Decisione della Commissione Europea del 24 febbraio 1997 che la integra, e' stata recepita dall'Italia con il D.L. 331 del 1° settembre 1998; la Direttiva "ovaiole" deve essere recepita nell'ordinamento italiano entro il 1° gennaio 2002.
Queste nuove Direttive sono state emanate a seguito di un lungo lavoro del Comitato Scientifico Europeo che ha ritenuto questi tipi di allevamento insufficienti a garantire il minimo benessere agli animali allevati, a seguito anche di forti campagne di sensibilizzazione in tutti i Paesi europei da parte di Associazioni per la tutela dei consumatori, degli animali e dell'ambiente.
VITELLI
Il sistema d'allevamento attualmente usato e' un sistema che genera negli animali un profondo e continuo malessere. I vitelli sono tenuti in box individuali molto piccoli ed alla catena in modo che non possono neppure riposare correttamente, la loro alimentazione e' esclusivamente liquida (che non permette quindi la ruminazione), il loro stato di salute e' precario in quanto tenuti volutamente anemici ed in una situazione che provoca in loro uno stato di stress continuo per il mancato soddisfacimento delle loro necessita' etologiche e fisiologiche.
La carne prodotta in questo modo e' un alimento con scarse proprieta' nutritive ed e' "intrinsecamente" a rischio per l'uso di sostanze anabolizzanti che spesso viene praticato in questo tipo di allevamento proprio per contrastare le deficienze fisiche prodotte dalla condizione i cui e' tenuto l'animale.
E' inoltre un tipo di allevamento che contrasta con una moderna zootecnia come finalmente si sta affermando in Europa ed anche nel nostro Paese e cioe' una zootecnia piu' attenta all'ambiente e che punta ad una elevata qualita' del prodotto. L'allevamento di "vitelli a carne bianca " e' quanto di piu' lontano da un allevamento di qualita' in quanto l'allevatore e' solo forza lavoro non qualificata, interessa vitelli che vengono importati da altri Paesi ed e', per la razza bovina, il piu' emblematico esempio di allevamento intensivo senza terra.
Questo tipo di allevamento interessa in modo rilevante la nostra Regione con circa 250 allevamenti e 45.000 capi allevati e di conseguenza l'applicazione della nuova direttiva investira' un numero non trascurabile di aziende.
Le principali novita' della nuova Direttiva sono: l'abolizione dei box individuali per i vitelli di eta' superiore alle otto settimane, la somministrazione di piccole quantita' di alimenti fibrosi ad iniziare dalla seconda settimana, la somministrazione di colostro entro le prime sei ore di vita.
Queste nuove norme sono gia' obbligatorie per le aziende nuove e lo diventeranno dal 1° gennaio del 2007 per tutte le altre.
GALLINE OVAIOLE
Il sistema d'allevamento in batteria delle galline ovaiole e' un allevamento che nega a questi animali di soddisfare anche il piu' elementare bisogno etologico: non possono muoversi (la superficie che hanno a disposizione e' grande poco piu' di un foglio A4), non possono becchettare (il becco e' tagliato ed il mangime passa su un nastro davanti a loro), non possono fare il nido per depositare le uova (che vengono raccolte da un nastro trasportatore), a questo animale viene inoltre negata la luce naturale, il ciclo notte e giorno ed ogni socializzazione con altri individui della propria specie.
Le gabbie di batteria sono impilate una sull'altra, fino a formare un "castello" di 5 - 6 piani in grandi capannoni capaci di ospitare decine di migliaia di galline.
La densita' di popolazione di queste strutture e lo stress continuo a cui sono sottoposti questi animali fa si' che essi siano piu' esposti a malattie con conseguente uso di sostanze chimiche per la disinfezione e, spesso, con l'abbattimento di tutti capi infetti o sospetti di contagio.
Le uova provenienti da questi allevamenti (il 99% dell'intera produzione fino ad un anno fa, percentuale che sta lentamente diminuendo proprio grazie all'informazione degli ultimi anni ed una conseguente maggiore attenzione tra i consumatori) sono, come provano recenti ed importanti studi scientifici meno nutrienti rispetto a uova provenienti da galline allevate a terra e all'aperto.
La produzione di uova in Piemonte riguarda circa 150 aziende per un totale di 3 milioni di galline allevate e la quasi totalita' degli allevamenti pratica il metodo in batteria.
La nuova Direttiva e' molto articolata sia per cio' che riguarda le possibili alternative alle gabbie di batteria sia per cio' che riguarda i tempi di applicazione.
In estrema sintesi: dal 1° gennaio del 2003 non saranno piu' permesse gabbie di batteria nei nuovi allevamenti e dal 1° gennaio 2012 le gabbie in batteria saranno completamente bandite. A fianco pero' dell'allevamento a terra e dell'allevamento all'aperto, saranno ancora ammesse le cosiddette "gabbie arricchite", gabbie cio' di piu' grandi dimensioni con nidi e posatoi. La nuova direttiva impone anche l'obbligo di indicare sull'etichettatura il tipo di allevamento da cui provengono le uova.
E' lecito pensare che la piena applicazione sia della Direttiva "vitelli" sia della Direttiva "ovaiole", potra' incontrare alcune difficolta' tra gli addetti ai lavori per molti motivi tra cui anche quelli economici visto che comporteranno l'obbligo di adeguare le strutture. A causa di queste difficolta' si potrebbe arrivare al termine dei tempi indicati dalle Direttive per la loro applicazione con aziende ancora inadeguate ed il rischio di dover concedere deroghe o di mettere fuori legge questi allevamenti.
La presente Legge si propone di "guidare" il processo di adeguamento fissando alcune regole e prevedendo un incentivo economico alle aziende che vorranno anticipare l'applicazione di queste Direttive, anche nello spirito del nuovo Piano di sviluppo rurale che proprio a proposito del Settore "carne" e del Settore "uova" dice: "Gli interventi finalizzati al miglioramento della qualita', alla protezione dell'ambiente, alla tutela ed al miglioramento dell'igiene e del benessere degli animali devono tendere al superamento dei livelli minimi di legge (ove esistenti) od all'adeguamento anticipato a norme non ancora giunte a scadenza (ove esistenti)".
Le aziende che si adegueranno potranno anche fornire importanti informazioni ad altre realta' regionali ed extra regionali ed avere un ruolo pilota a livello nazionale.