Consiglio regionale
del Piemonte




Relazione alla Proposta di legge regionale n. 34.

Istituzione del Parco naturale fluviale della confluenza Gesso-Stura



La proposta di un'area protetta alla confluenza tra i fiumi Gesso e Stura nelle vicinanze di Cuneo risale al settembre del 1979 allorché alcune associazioni ambientaliste sottoposero un progetto di massima al Presidente del comitato Comprensoriale e al Sindaco della città, sostenuto dalla raccolta di oltre 11.000 firme di abitanti locali.
Ma la preoccupazione di preservare un tratto paesaggistico e naturale di grande importanza per la città fu tenuto in debito conto sin dal momento in cui vennero individuati i progetti di sviluppo urbanistico della città, con la predisposizione dei lunghi viali caratteristici della città : Angeli, Corso Garibaldi, Corso re Umberto poi Corso Soleri, i Baluardi Gesso-Stura.
Oggi, alle esigenze paesaggistiche si aggiungono le necessità di recupero ambientale e di tutela dei fragili ecosistemi che si sono nel tempo conservati sottraendosi alle profonde trasformazioni indotte dall'infittirsi degli insediamenti. Questi aspetti naturali, mantenutisi con un' impronta naturale degna di rilievo possono oggi essere proficuamente messi a disposizione della cittadinanza con la costituzione di un polmone verde naturale urbano pregno di tutte le valenze di tipo igienico, sociale, culturale e sportivo.
Dunque, una sommatoria di tutela delle peculiarità naturalistiche delle funzioni sociali, favorita anche da una facile fruibilità che mette a disposizione della città di cuneo un'area naturale di grande importanza, altresì utilizzabile dalla popolazione scolastica come vera e propria aula all'aperto. Tutto ciò senza interferire negativamente, ma anzi offrendo strumenti di incentivi, alle normali attività agricole che hanno nel tempo disegnato un paesaggio agrario essostesso meritevole di valorizzazione. Nonostante l'uso non sempre corretto e la pressione antropica non regolamentata abbiano compromesso gran parte dei valori originari, il parco fluviale della confluenza Gesso-Stura mantiene interessi faunistici, floristici e storico-culturali di un certo pregio.
L'area indicata a futuro parco fluviale si sviluppa per circa 2.200 ettari lungo le aste del Gesso e dello Stura dai ponti del sale sullo Stura (direttrice Borgo San Dalmazzo-Vignolo) e del Ferro sul Gesso (Borgo San Dalmazzo-Boves), sino al confine del Comune di Castelletto Stura con Montanera e di Centallo con Fossano.
Amministrativamente ricade nei comuni di Cuneo cui appartiene quasi la totalità del territorio interessato dalla proposta), Boves, Castelletto Stura e Centallo.
La proprietà è in parte demaniale, in parte privata soggetta alla normativa per le aree di riassetto idrogeologico e a vincolo paesaggistico.
Si tratta dei fondovalli che delimitano l'alto terrazzo su cui si è insediata la città di cuneo e che rappresenta geologicamente la testimonianza meridionale del bacino terziario piemontese.
L'alto terrazzo di Cuneo è il risultato di almeno tre episodi successivi, verificatisi durante il Quaternanio inferiore e/o medio e collegati con fasi di avanzamento e ritiro dei ghiacciai tenendo in debito conto il favorevole contributo dato all'approfondimento dalla cattura del Tanaro, avvenuta con ogni probabilità alla fine del periodo di massima espansione glaciale durante il periodo Wurmiano.
I depositi fluviogaciali, che costituiscono le ripide scarpate dello Stura e del Gesso, formano un terrazzo di oltre 60 metri formato da ghiaie grossolane con scarsa matrice sabbiosa.
Ciottoli e blocchi sono ben arrotondati, con scarsa alterazione - se non superficiale ove è presente un paleosuolo rossastro - e la granulometria si va riducendo scendendo verso Cuneo. Si rinvengono frequentemente livelli cementati mai però continui e molto compatti. Le alluvioni antiche postwurmiane e in parte wurmiane che forma nei bassi terrazzi e le alluvioni mediorecenti e attuali che si rinvengono nel letto di massima piena del corso d'acqua, sono simili alle precedenti ma non presentano praticamente rappresentati tutti tipi litologici affioranti nei bacini montani dello Stura, del Gesso e del Vermennagna, anche se la maggior parte dei ciottoli è costituito da graniti, gneiss e migmatiti del Massiccio Cristallino dell'Argentera.
Sotto il profilo idrogeologico va annotato che il corso del Gesso e dello Stura si presenta in questo tratto particolarmente delicato, trattandosi del raccordo, mediante profilo assai ripido, tra l'alta e bassa pianura.
La morfologia dell'alveo è caratterizzata da una forte pendenza nell'asta del Gesso (il 13% in media tra la confluenza del Vermenagnae quello con lo Stura), mentre lo Stura ha pendenze sensibilmente inferiori, non superando il 10% nel tratto tra il ponte di Vígnolo e lo sbocco del Gesso. A valle della confluenza Gesso-Stura la pendenza diminuisce ulteriormente (8% tra Cuneo e Ronchi) provocando in occasione di piene particolarmente rilevanti, possibili fenomeni di divagazione ed esondazione con conseguenti fenomeni di erosione e di alluvionamento.
La vegetazione dell'area è di fatto costituita essenzialmente da boschi misti, campi, prati, frutteti, pioppeti e incolti, in cui pesa in maniera significativa la storica presenza di attività umane.
Il clima, secondo il Tomaselli (1970) è quello della farnia (Quercus pedunculata), del carpino bianco (Carpinus betulus) e del frassino (Fraxinus excelsior).
Segni della vegetazione a farnia sono ancora presenti in zona, cosi come esistono tuttora boschi misti a predominanza di carpino bianco via via frammisti a castagno, cerro, acero, roverella.
Tra le specie floristiche di rilevante interesse scientifico sono state segnalate l'Evonymus latifolius e, nell'alveo del Gesso, la Carlina corymbosa che avrebbe qui l'unica stazione piemontese.
Sono presenti zone più xerofite, di tipo steppico e boscaglie di biancospino, rosa canina, Rhamnus cathartica.
La parte più umida è invece occupata da frassino, pioppo nero, platano e ontano nero. Sulle aree spondali le zone umide che occupano un'ampiezza di circa un chilomentro, sono caratterizzate dalla presenza di bosco ripariale, oggetto di periodiche inondazioni. Qui si annota la presenza prevalente di ontano biano, frammista a diverse specie di salice, caprifoglio, viburno, ligustro.
Tipica associazione di ripa, a più diretto contatto con l'acqua, su substrato sabbioso e ciottoloso, è quella rappresentata da diverse specie di salice tra cui prevale il salix incana seguito da salix purpurea e salix alba.
Di particolare interesse ecologico e vegetazionale i biotopi formatisi nelle zone di confluenza dei diversi canali nel letto dei fiumi, con presenza di flora igrofila erbacea rappresentata da Sparganium erectum, typha latifolia, Carex riparia varacutiformis e vegetazione sommersa formata da Callitriche stagnalis e C.natans, Myriophl1um spicatum, Cardamine amara, nasturtium officinale, Anagallis acquatica, Lemma minor ecc.
E il bosco ripariale, oltre ad attutire l'impeto delle periodiche piene, è altresì un imaportante ambiente in cui trova l'habitat favorevole un'avifauna stanziale e migratoria di interesse ecologico non indifferente.
Proprio l'avifauna è l'elemento di maggior pregio delle presenza faunistica dell'area. Localizzata per lo più lungo la Stura, essa conta, secondo un attento censimento della LIPU (Lega Italiana Protezione degli Uccellì) di circa 120 specie, nella maggior parte legate all'ambiente acquatico.
Da segnalare, tra gli antidi, il germano reale (stanziale e nidificante) e, nelle stagioni di passo, la marazaiola, la canapiglia, l'alzavola. Nelle zone umide sono state censite due specie di rallidi, in particolare la gallinella d'acqua e, in periodo di passo, il porciglione. Nidificano sui greti e sulle isolette alcuni limicoli tra cui il corriere piccolo, il piro piro, e, durante l'epoca delle migrazioni, il beccaccino, la pettegola, il piro piro boschereccio e il culbianco. E' stata inoltre segnalata, aso raro, la nidificazione sul greto dello Stura della rondine di mare (Sterna hirundo).
Non mancano alcuni rapaci diurni come la poiana, il gheppio, il lodolaio, il falco cuculo, il nibbio bruno, che pur non essendo più nidificanti frequentano l'area nei periodi di passo. Per il resto la fauna ha subito i contraccolpi di un' intensa traformazione antropica anche se non mancano tuttora alcune specie di interesse ambientale; anche l'ittiofauna gravemente compromessa nel Gesso, è ancora presente nello Stura.
Oltre alle emrgenze di tipo naturalistico, non bisogna dimenticare che il territorio in esame conserva alcune testimonianze di tipo storico culturale di sicuro interesse, relative soprattutto alla cultura e alla società contadina.
Basti pensare al sapiente tessuto irriguo o alla rete di canali della seta alle concerie, dalle segherie idrauliche alle cartiere, dai mulini alle fucine, alle peste da canapa.
Da segnalare infine la presenza di alcune cascine di grande interesse storico, ambientale, testimoniale e architettonico: cascinaBombonina, cascina fantina, cascina S.Anselmo ecc. spesso impreziosite da torri, colombaie, cappelle.
Da queste sintetiche note emerge l'importanza di addivenire al più presto a interventi legislativi che tutelino questa fetta importante del Piemonte. E' a tutti nota l'esigenza e l'urgenza, espressa e riaffermata più volte anche da autorevoli istituzioni scientifiche e politiche europee edinternazionali, della tutela e corretta gestione degli ambienti acquatici, come fonte di biodiversità e di risorse indispensabili al futuro dell'umanità.
Nel caso in oggettto la necessità e l'importanza di un simile intervento è stato nei fatti già riconosciuta dal comune di Cuneo che negli anni passati ha previsto nei propri strumenti di pianificazione territoriale un "parco della natura", mentre insieme ai comuni confianti ha a suo tempo promosso il " Consorzio cuneese per il parco fluviale del Gesso-Stura", che per conflitti di competenza tra i vari livelli burocratici non ha mai potuto onorare le finalità per cui fu voluto, vale a dire la realizzazione e la gestione del parco fluviale intercomunale del fiume Stura e del torrente Gesso.
Questa esigenza è oggi indifferibile, anche alla luce del progressivo deterioramento delle condizioni ambientali generali che richiedono interventi solleciti per un radicale risananiento ambientale dell'area, da restituire alla fruibilità dei cittadini.